Nella Rossi spa da un po’ di tempo gli affari stagnavano e per capire i motivi il Signor Rossi convocò i suoi agenti. Scoprì così che certi articoli, alcuni clienti li compravano non più dalla Rossi ma dalla Bianchi, suo acerrimo concorrente, ed il motivo era, che alla domanda posta dai clienti ai suoi collaboratori ‘siete certificati’ , questi non potevano rispondere affermativamente e ciò li metteva in condizioni di inferiorità rispetto al concorrente.
L’idea
L’idea che il signor Bianchi avesse un qualche vantaggio competitivo dal fatto che alla sua azienda un certo organismo imparziale (Ente di certificazione) aveva assegnato un attestato di benemerenza lo preoccupava. Del resto i prodotti della Rossi erano buoni, l’azienda secondo lui era un modello di organizzazione, per cui concluse che se l’attestato l’avevano dato alla Bianchi dovevano darlo anche alla Rossi. Si mise pertanto all’opera e convocò subito un ‘santone’ (i consulenti per la qualità vennero poi al quale chiese cosa fare per ottenere anche lui un attestato con il quale andare i propri agenti dai clienti per far vedere che a Rossi non era di certo inferiore alla Bianchi, Diede quindi l’incarico al santone affinché spiegasse tutti i segreti a un suo fido aiutante, (il signor Qualità) e restò in attesa del fatidico documento.
Vennero definite le procedure, scritti manuali, informati gli addetti, avviate nuove regole organizzative finché un bel giorno giunsero alla Rossi dei personaggi imparziali che controllarono tutto, seppur con qualche riserva, assegnarono alla Rossi il sospirato attestato.
L’esperienza insegna che tra la teoria e la pratica ci sono sempre delle differenze e puntualmente anche alla Rossi emersero le prime difficoltà. Il signor Qualità, per rispettare le regole che lui stesso si era dato, aveva fatto sviluppare un programma che gli permetteva di gestire tutti i fenomeni che alla qualità erano connessi:
• Cosa controllare in accettazione
• Cosa Controllare in produzione
• Cosa controllare in spedizione
• Con quale frequenza
• Con quali strumenti
• Con quali regole
• Quali documenti produrre
• E così via….
Nacquero i primi dissapori tra il direttore di produzione, il responsabile dei magazzini e in generale tutti quelli che operavano in azienda ed il Signor Qualità. Gli operativi avevano il loro sistema informativo che gestiva complessivamente l’azienda. Il signor Qualità aveva il suo programma perché le nuove regole il sistema informativo non le sapeva gestire, però …Quando il materiale arrivava bisognava sapere quale era il fornitore, perché in funzione dell’abbinata parti/fornitore le regole per la qualità erano diverse (frequenza di collaudo, griglia di controllo, ciclo ecc.…) ma chi era il fornitore lo sapeva il sistema informativo. Se poi dal collaudo emergevano difettosità o qualità diverse bisognava di nuovo comunicare al sistema l’informazione affinché provvedesse ai dovuti storni dei materiali entrati, dagli ordini di acquisto già erosi, dei componenti da ricaricare sul magazzino del fornitore se questi erano materiali dati in conto lavoro e quant’altro.
Però il signor Qualità non poteva esimersi dall’intervenire: lui aveva la gestione degli strumenti di misura delle regole di collaudo, delle carte di controllo, dei vari certificati dei grafici complessivi attestanti l’andamento della qualità.
Questa situazione si ripeteva in azienda enne volte quante erano le fasi di collaudo: versamenti intermedi di produzione, prodotti finiti, rientro di semilavorati, ecc. Il signor Rossi poi che controllava i costi del prodotto, fino ad allora non aveva avuto problemi nel determinarli; il sistema gli calcolava per prodotto il costo dei materiali di acquisto pieno e di conto lavoro i cicli di lavoro, poi gli indicavano il tempi impiegato dall’uomo e dalle macchine, che moltiplicati per l’indice di costo del centro di lavoro in cui venivano svolte le lavorazioni determinavano il costo delle trasformazioni che sommati agli alti costi fornivano al Signor Rossi il quadro complessivo e dinamico dei costi.
Ora mancavano all’appello i costi della qualità perché i cicli e i relativi tempi di collaudo erano una prerogativa del sistema per la qualità.
La produzione poi si lamentava che i tempi si allungavano perché i materiali erano fermi in attesa che l’esito del collaudo aggiornasse il sistema gestionale e procedere così nel percorso di arricchimento verso i prodotti finiti.
Se poi nasceva un prodotto o un componente nuovo, i tempi si dilatavano a dismisura perché’ bisognava aggiornare i due sistemi ognuno per la sua quota parte di informazioni.
Così non si poteva andare avanti; Rossi convocò il signor Qualità e chiese di snellire il flusso perché così non poteva funzionare, c’era sempre qualcuno scontento, ma il signor Qualità disse che le regole erano chiare, non si potevano fare deroghe pena la revoca dell’attestato che Rossi aveva voluto per non essere inferiore alla Bianchi.
La soluzione: Sorma
Scoraggiato, Rossi ammise la propria impotenza di fornire a questo fatto ma poiché era un imprenditore attento alle esigenze dell’azienda si mise subito alla ricerca di un nuovo sistema informativo capace di integrare in un unico ambito tutte le esigenze gestionali comprese quelle specifiche per la qualità.
Oggi Rossi è un’azienda che sa conciliare le esigenze del signor Qualità con quelle dei suoi colleghi ed è in grado di gestire in modo automatico ed integrato la qualità e la rintracciabilità dei materiali in tutto il loro processo di arricchimento. Ci sarà lo zampino di SORMA?